Da tempo sentivo la mancanza e dunque il bisogno di un posto, sicuro e al contempo aperto per scrutare la realtà comunicazionale, monitorare tendenze e prefigurare evoluzioni del branding, del marketing e della comunicazione.
Uno spazio di osservazione e di vision-making, di analisi e progettazione.
Uno spazio elettivo per esprimere un punto di vista (semio-based, il mio) e raccoglierne altri, in una condivisione (ma perché no: anche collisione) di orientamenti e prospettive su tutto ciò che è e fa comunicazione.
Uno spazio, in effetti, diverso dai molti blog "di comunicazione" ad oggi presenti nello scenario per la libertà che vuole darsi (molto lontano dal "pensiero unico", dalle politicizzazioni, dal dogmatismo filo-accademico, da corporativismi e da qualsivoglia dipendenza da uffici stampa, pose e istituzioni), per la professionalità e la competenza con la quale si impegna a "mordere sul reale" con un'osservanza precisa ai principi dell'intelligibilità, della coerenza e della pertinenza e con un rigore metodologico puntuale.
Nasce in quest'ottica il mio nuovo blog che non poteva che chiamarsi SemioVision: una visione semiotica a valenza strategica che vuol essere acuta per vedere lontano in modo preciso, panoramica per tradurre segni e segnali del contesto in insight e driver evolutivi, focalizzata per non perdere (e, anzi, capitalizzare) la ricchezza del dettaglio e intercettare opportunità come fossero dei condensati (di senso) da cogliere e far fiorire.
Un ambizioso progetto, dunque, che germina da una sensibile ridefinizione (ben al di là dell'essere semplicemente "grafica") del mio sito web, ridisegnato per aderire al meglio all'identità e al posizionamento del mio lavoro ed essere 'tagliato' ad arte sulle esigenze del mio target, attuale e potenziale. Non un semplice esercizio di stile, quanto piuttosto una dimostrazione di cosa voglia dire usare segni per tradurre strategie.
Buona partecipazione!